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BAUSTELLE, Spazio 211- Torino 23-07-2004

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In una torrida serata estiva di fine luglio arrivano a Torino i Baustelle, attualmente sulla scena con il loro secondo lavoro dal titolo “La Moda del Lento”, che gli è valso il premio “Fuori dal Mucchio” per il miglior disco del 2003.
La loro esibizione è preceduta dai Filofobia, un gruppo che dall’abbigliamento ricorda vagamente gli americani Strokes, se non fosse per il suono che è un po’ meno indie-rock ed un poco più psicheledico.
Dopo la breve esibizione dei Filofobia, finalmente arrivano sul palco i Baustelle.
Francesco Bianconi, il frontman, si posiziona al centro del palco; le altre postazioni sono occupate dal resto della band composta da: Rachele Bastreghi, seconda voce, cori, tastiere e Kong MS20, Claudio Brasini, chitarra elettrica, e Fabrizio Massara, programmazioni ritmiche-orchestrali, Apple Powerbook.
Il concerto si apre con “La Moda del Lento”, il brano che dà il titolo all’album.
A seguire il loro hit televisivo “Arriva lo Ye Ye”, trasmesso più volte dall’emittente televisiva Mtv.
Finalmente arriva “La Canzone di Alain Delon” e, poi, la godibilissima “Reclame”, il cui ritmo ricorda molto alcune canzoni pop dei primi anni ’80.
Le voci di Francesco e Rachele si alternano e si miscelano alla perfezione, offrendo al pubblico più attento nostalgici echi di Scisma.
La musica dei Baustelle sembra stare continuamente in bilico tra presente e passato; si direbbe una musica con forti influenze anni ’70 e ’80, sapientemente filtrata dall’elettronica e dalla tecnologia musicale dei giorni nostri.
Inoltre i cori e gli intermezzi musicali affidati alla voce di Rachele Bastrenghi richiamano fortemente alla cinematografia degli anni ’70: impossibile non pensare allo “Shaba-daba-da&…Shaba-daba-da” di “Un homme, une femme” con Jean Louis Trintignant ed Anouk Aimeé. D’altra parte gli stessi Baustelle citano nei loro testi, oltre ad Alain Delon, Marylin e Brigitte Bardot. Nulla da stupirsi se nei prossimi anni il mondo del Cinema chiedesse loro di confezionare una colonna sonora.(1)
Pur se numericamente modesto, il pubblico canta a memoria i pezzi dei Baustelle e al termine del concerto reclama energicamente il bis, che viene gentilmente concesso ripescando brani tratti dal primo lavoro che porta il folgorante titolo: “Sussidiario Illustrato della Giovinezza”.
Nostalgici, melanconici, romantici, ma sempre all’insegna del nuovo. Anche dal vivo i Baustelle sono una bella scoperta.

(1) Francesco Bianconi scriverà nel 2009 la colonna sonora per il film di Giuseppe Piccioni “Giulia non esce la sera”.

da http://www.cantine.org

AMALIA GRE’ – International Jazz Festival, Torino, 20-07-2004

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È l’ultima sera della rassegna jazzistica torinese.
La serata, contrariamente a quanto annunciato dai voltantini sparsi in giro, si apre con la musica del Michael Breaker Sextet. A seguire Amalia Gré.
Al sestetto newyorkese il compito di scaldare il pubblico, ad Amalia Gré quello di infiammarlo!
Mancano pochi minuti alle 23:00 quando Amalia Gré, sorridente, sale finalmente sul palco: i capelli sciolti ed un vestito leggero, portato sopra ai pantaloni, che la debole brezza della serata fa svolazzare quasi a suon di musica, le donano un’aria molto fresca e solare…
L’attesa è subito ripagata dalla gradita sorpresa di vedere Amalia suonare il piano, mentre esegue un pezzo in inglese, reso ancora più suggestivo dall’effetto riverbero sulla sua voce.
Dopo aver ammaliato il pubblico con la familiare, quanto godibile “Your Lips”, è la volta di un’altra cover: la bellissima “Estate” di Bruno Martino, seguita da una “Do You Know Where You’re Going To?” e da una “Moon River” da sogno.
Quella di alternare i brani del suo ultimo album con pezzi altrui, è ormai una consuetuine per Amalia.
Ed ecco che con “Io Cammino di Notte da Sola” -il pezzo più autobiografico dell’intero album- torniamo nuovamente ai brani del suo ultimo lavoro.
Amalia sorride e ringrazia.
Tra il pubblico, qualcuno ha l’aria rapita, qualcun altro lascia intravedere un certo compiacimento… è ormai chiaro che era lei la star della serata, attesa con tanta pazienza.
Sulle note di “Na Suppa de Stella” Amalia cede la scena ai suoi bravissimi musicisti, ai quali, dopo i grandi assoli di chitarra, sax, di basso e di piano, il pubblico regala fragorosi applausi a scena aperta.
C’è un fortissimo affiatamento nell’aria: il talentuoso pianista, ad un certo punto, preso dal “groove” della serata, lascia le tastiere per raggiungere Amalia, al centro del palco, e ballare insieme a lei completamente travolto dal ritmo liberato nel cielo dei giardini reali torinesi.
Ed ecco arrivare, inaspettata, una personalissima, toccante, versione di “The Man I Love” della grande Billie Holiday.
Sulle note di altre due covers, Amalia presenta al pubblico i musicisti, e qui il grandissimo batterista, con due cucchiai tra le mani al posto delle bacchette, si lancia in mezzo al pubblico, percuotendo con abilità il pavimento di legno, e qualunque cosa gli capiti a tiro in grado di emettere delle vibrazioni sonore.
A questo punto, i saluti di Amalia fanno intendere che il concerto è giunto al termine. Peccato! ci stavamo proprio divertendo: incantevole!

da http://www.cantine.org